Oratorio San Rocco

Nel luglio 1981, in occasione dei lavori di rimozione del pavimento della chiesa, vennero condotte da parte dell’Ufficio cantonale dei beni culturali indagini archeologiche che permisero l’identificazione di più fasi costruttive.
Il primo edificio di culto, una chiesetta romanica riferibile al XII secolo a navata rettangolare unica definita a est da un’abside di forma semicircolare, appoggiava le sue fondazioni quasi certamente per un tratto direttamente sulla roccia. Un piccolo altare quadrangolare si trovava nell’abside.
Sembra riferibile al XIV secolo un ingrandimento dall’altare con mantenimento delle volumetrie della chiesa e con possibili rappezzi del pavimento ipotizzati sulla base delle diverse qualità di frammenti di pavimentazione rintracciati.
Al 1597 si fa risalire l’ampliamento dell’area presbiteriale e la probabile trasformazione della navata in elevato, mentre al 1796 – secondo una data iscritta sull’intonaco del grande sarcofago che faceva da base all’altare – è attribuibile anche l’aggiunta della sagrestia.

L’Oratorio è aula rettangolare terminante nel coro voltato a botte con cassettoni dipinti, nel quale si trova un altare in stucco, ai lati, due nicchie contenenti le statue dei Santi Rocco e Sebastiano, opera di Provino Porta (XVII secolo) e, al centro, la pala dei Santi Carlo, Rocco e Sebastiano al cospetto della Vergine recante lo stemma della famiglia Antonini (una scala su campo rosso sormontata da un’aquila), 1629.
La navata, coperta con travetti a vista, accoglie sulla parete nord due dipinti raffiguranti la Vergine con i Santi Francesco e Antonio da Padova con lo stemma della famiglia Porta (un muro con porta aperta sovrastato da un agnello) XVII secolo, e la Madonna col Bambino e San Giovanni Battista (fine XVI secolo); sulla parete sud tele settecentesche con San Gerolamo e Giona nella balena e, sulla controfacciata, dipinti con Santa Caterina d’Alessandria e Santa Teresa.